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I viaggi della speranza-Risponde il Prof. Veronesi

Il Prof. Renato Cimino chiede al Prof. Umberto Veronesi la sua opinione sui cd. "viaggi della speranza"



Prof Cimino:





Caro Collega,
i viaggi della speranza di pazienti nostrani verso presidi sanitari nazionali od esteri, alla ricerca di una cura migliore ,continuanno senza sosta, configurando una serie di problemi economici e sociali.
Le cause sono molteplici, tra le quali , errata informazione, carenze di tipo alberghiero, rapporto difficile medico-paziente,liste d'attesa ,reparti di alta specializzazione mal collegati fra di loro.
Tra l'altro, crescono a dismisura le fondazioni, le associazioni onlus, i club, le singole persone, che patrocinano od erogano sostanziosi contributi a favore di singole strutture ,in assenza di un serio accertamento sulla loro effettiva importanza.

Vorrei conoscere la sua qualificata opinione su un problema così complesso.




Risposta del Prof Veronesi:




Caro Renato, i cosiddetti "viaggi della speranza" fanno parte dell?evoluzione storica della medicina, che va nella direzione della specializzazione: si formano centri specializzati e i pazienti con determinate malattie vanno lì, anche a centinaia di chilometri di distanza. Non bisogna scandalizzarsi se un paziente decide di spostarsi per trovare cure migliori.
Anche in America ci si sposta, per esempio, dall'Ohio al Texas per farsi curare il cuore. Inoltre ora si comincia a pensare in una dimensione europea: la Corte Europea di Giustizia ha stabilito che le regole del libero mercato, nell'Unione Europea, devono applicarsi anche ai servizi sanitari, quindi oggi ciascuno è libero di scegliere in quale Paese dell'Unione Europea farsi curare, e può ottenere il rimborso dell'80 per cento delle spese sanitarie effettuate all'estero, preventivamente autorizzate. Del resto, la nuova tessera sanitaria che è stata distribuita ormai in tutte le Regioni, è già valida su tutto il territorio della Comunità Europea.
Detto questo, va sfatato il "complesso di inferiorità" della nostra sanità.
Se pensiamo ad esempio alle cure oncologiche di oggi nel nostro paese, dobbiamo prendere atto che la rete attuale di centri oncologici, formata da 7 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), non riesce a soddisfare la crescente domanda di diagnosi, terapia e ricerca. Tuttavia in questi Istituti i livelli di assistenza sono senza dubbio in linea con gli standard internazionali. I viaggi della speranza all'estero alla ricerca di trattamenti speciali o terapie innovative non hanno pertanto alcuna giustificazione e comportano solo un aggravio dei costi. È bene dunque, prima di decidere di mettersi in viaggio per raggiungere gli istituti più noti all?estero, informarsi presso quali strutture nazionali è possibile ricevere i trattamenti necessari.
La vera soluzione sarebbe, come dico da anni, una innovazione radicale del sistema ospedaliero italiano. Esiste una proposta strutturata che ho preparato come Ministro della Salute nel 2000. Si tratterebbe di tirarla fuori dal cassetto.







Fonte: Corriere della Sera > Forum > L'oggi e il domani della ricerca


28/04/2008

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